Meglio “pochi ma buoni” o “peccato per gli altri che non sono venuti”?

Non avremo mai la controprova!

Mentre lo stile Carpe Diem non si smentisce mai! La cordialità, la compagnia, la convivialità sono come un timbro indelebile del Circolo! Ti fa stare bene!

Il 28 giugno, alle 8 del mattino nonostante il caldo, ma accompagnati dalle loro fedeli Reflex i “pochi ma buoni” si ritrovano al solito parcheggio e guidati da un conducente novizio, si avventurano alla volta della Abbazia di Chiaravalle della Colomba e del borgo medievale di Fontanellato.

Nonostante il novizio conducente, con qualche minuto di anticipo sull’orario fissato, i pochi ma buoni entrano nella sala Liquoreria della Abbazia dove li attende un monaco in abito bianco-nero. Ci dà il benvenuto e con una piantina in mano ci spiega che tutti i monasteri cistercensi sono costruiti allo stesso modo e i vari locali, in funzione dell’uso a cui erano adibiti, refettorio, dormitorio, biblioteca, scriptorium, sono collocati e orientati a oriente o ad occidente per sfruttare al massimo le ore di luce e di calore. Ci fornisce informazioni sulla nascita dell’ordine, sulla loro funzione nella storia e nella integrazione del territorio dove si sono insediati. I pochi ma buoni per sdebitarsi della cortesia e della ospitalità del monaco, prima di scatenarsi a fotografare, comprano di tutto e di più.

Suggestiva la chiesa addobbata per l’Infiorata del Corpus Domini e anche il chiostro con i suoi giochi di luci e ombre.

Conclusa la visita e la prima tappa della giornata, i “pochi ma buoni”, arrivata l’ora del pranzo, democraticamente decidono, per fare onore alla terra che li ospita, di gustare un buon piatto della cucina emiliana. E le attese non vengono deluse!

Satolli, rinfrescati, riposati i “pochi ma buoni” si dirigono verso la loro seconda tappa: Fontanellato e il suo Maniero medievale.

Democraticamente e per evitare il caldo pomeridiano i “pochi ma buoni” decidono che una visita guidata del Maniero è meglio che vagabondare sotto il sole. All’interno del Maniero il Comune ha tassativamente vietato sia le riprese sia le fotografie, però l’esterno ha meritato tutta la nostra attenzione e soprattutto l’attenzione delle reflex. E via a fotografare il Maniero dei Sanvitale da tutti gli angoli e in tutte le pose, approfittando del caldo che è stato utile a togliere tutti gli intrusi dagli scatti.  

Il borgo è letteralmente invaso dal caldo da sembrare quasi vuoto e poco abitato se non fosse per alcune piazze già pronte per eventi che avranno luogo in tarda sera.

Alla fine della giornata non ci resta che dire grazie ai compagni di viaggio, alla loro compagnia e soprattutto “peccato per gli altri che non sono venuti”!

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